Alluvione, riunito in Regione il Patto per il Lavoro e il Clima
"Segnale importante il primo Decreto del Governo, servono risposte rapide a cittadini e imprese che hanno perso tutto e continuità tra emergenza e ricostruzione"
Bologna - "Due miliardi di euro sono sicuramente una cifra importante, tutt’altro che scontata, ma sappiamo che non bastano per far fronte ai pesantissimi danni causati dall’alluvione che ha colpito la Romagna e parte dell’Emilia: il Governo dovrà garantire il 100% dei rimborsi.
Dunque, dopo una prima – e sicuramente positiva – risposta da parte del Governo, servono decisioni tempestive per garantire altre risposte, che andranno costruite insieme. Questo significa che dev’esserci la massima continuità tra emergenza e ripartenza, come avvenuto dopo il sisma del 2012, in modo da impostare correttamente la ricostruzione già in questa fase, valorizzando pienamente l’intera filiera istituzionale e quella del partenariato economico e sociale dell’Emilia-Romagna".
È, in estrema sintesi, quanto scaturito dal Patto per il Lavoro e il Clima, convocato il 25 maggio in Regione dal presidente Stefano Bonaccini. Le rappresentanze di imprese, lavoratori, professionisti, terzo settore, unitamente a Province e Comuni, hanno espresso una valutazione positiva di quanto prevede il primo Decreto approvato in Consiglio dei ministri, coerente con le proposte avanzate dal Patto stesso. E ribadito all’unanimità una priorità: garantire a chi ha subito danni non un euro in meno del dovuto e, già in questa fase di emergenza, una corretta impostazione e condivisione della ricostruzione.
Il Tavolo ha espresso grandissima preoccupazione per le condizioni dei cittadini, per il futuro del mondo delle imprese e dell’agricoltura; per il turismo e per l’emergenza abitativa. Unanime la richiesta di attenzione al numero spropositato di famiglie che hanno perso tutto: la casa, gli arredi, l’automobile.
"Serve – questo l’appello al Governo – uno sforzo di coesione, come è accaduto per il sisma. Per questo il Patto indica con chiarezza un modello di riferimento, già sperimentato e ben collaudato dopo il terremoto del 2012 che colpì l’Emilia e le province di Rovigo (Veneto) e Mantova (Lombardia): una gestione commissariale incardinata sulle istituzioni territoriali -Regione, Province e Comuni – che valorizzi il rapporto con le comunità e le rappresentanze economiche e sociali per una ricostruzione efficace e condivisa".
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