Caso Lo Porto: il Forum Nazionale chiede che si faccia chiarezza
Barbieri lancia un appello al Parlamento e al Governo perché si scusino formalmente e istituiscano una commissione di indagine per accertare le responsabilità
Il Forum del Terzo Settore Nazionale chiede che si faccia chiarezza sulla morte di Giovanni Lo Porto, ucciso il 15 gennaio del 2015 da un drone americano telecomandato nel Nord del Waziristan, in Pakistan vicino al confine con l’Afghanistan.
Il cooperante italiano era stato rapito il 19 gennaio del 2012 in Pakistan, da un gruppo armato che ha fatto irruzione nell’edificio in cui abitava e lavorava insieme agli altri colleghi di Welthungerhilfe, una importante ONG tedesca. La notizia della sua morte però ci è arrivata solo il 23 aprile del 2015, quando il Presidente Obama si è assunto pubblicamente la responsabilità della sua uccisione e quella del cittadino americano Warren Weinstein.
"Riteniamo inaccettabile l’uccisione di Giovanni Lo Porto - sottolinea il Portavoce del Forum Nazionale, Pietro Barbieri - È inaccettabile perché lo si doveva e poteva riportare vivo a casa. Più volte la Farnesina ha fatto trapelare che c’erano trattative in corso per il suo rilascio. Più volte i contatti si sono persi. Nel novembre scorso la Farnesina ha ricevuto un video in cui Giovanni lancia un appello per la sua liberazione. È vivo e sta bene, ma implora di essere riportato a casa. È la prova in vita per procedere al suo rilascio che sarebbe dovuto avvenire entro l’anno, secondo quanto la Farnesina ha lasciato intendere alla famiglia. Intanto la Germania era riuscita nell'ottobre 2014 a far liberare Bernd, il cittadino tedesco rapito insieme a Lo Porto".
"Ci chiediamo: perché l’Italia, a differenza della Germania, non è stata in grado di concludere, per più di una volta, la trattativa? - prosegue Barbieri - È mancata una vera priorità politica. Giovanni era un cittadino italiano e in più un operatore umanitario impegnato nel quadro della politica europea per la cooperazione e l’aiuto umanitario. Ma in questi anni il suo rilascio non è stato mai messo al primo posto dell’agenda politica. L’unica dichiarazione è venuta dal Presidente Mattarella il giorno del suo insediamento, il 3 febbraio 2015 senza purtroppo sapere che Giovanni era già stato ucciso. Poco interesse delle Autorità di Governo. Minimo interesse da parte del Parlamento. Scarso interesse dei media. Chi conosceva il caso di Giovanni Lo Porto?"
E l'ultimo clamoroso segnale di disinteresse è avvenuto venerdì scorso alla Camera, purtroppo semideserta mentre il Ministro Gentiloni riferiva dell'accaduto.
"È inaccettabile anche archiviare la morte di Giovanni come un errore. - sollinea ancora Barbieri - Giovanni è morto per mano di militari americani in Waziristan per un attacco aereo nel compound dove era detenuto. La Cia, che ha guidato l’azione con l’obiettivo di colpire due esponenti di Al Qaeda, ha dichiarato di non sapere che nell’edificio c’erano anche Lo Porto e Weinstein. Contemporaneamente altre notizie facevano intendere che c’erano trattative in corso per la sua liberazione. E’ evidente che qualcosa ci sfugge".
Per tutte queste ragioni il Forum, che in questi anni aveva lanciato numerosi appelli per la liberazione di Lo Porto, chiede che il Parlamento e il Governo italiano si scusino formalmente per come sono stati trattati Giovanni e la sua famiglia e che sia costituita una autorevole commissione di indagine ufficiale per accertare eventuali responsabilità del Governo Italiano che non è riuscito né a liberare né a dare notizie certe su Giovanni nei tre lunghi anni di prigionia e del Governo USA per la sua uccisione. Chiede infine che sia restituita, almeno, la salma di Giovanni alla famiglia e a quanti gli volevano bene.