Cooperazione internazionale, per i progetti di Enti e Ong procedure più semplici
Arriva il nuovo software della Regione a disposizione di Enti e Ong
Procedure più semplici e rapide nella presentazione delle richieste di contributo alla Regione Emilia-Romagna per realizzare i progetti di cooperazione allo sviluppo. Gli Enti e le organizzazioni non governative (Ong) avranno a disposizione, già all’inizio del prossimo anno, un’unica piattaforma telematica attraverso la quale potranno rispondere ai bandi regionali e gestire tutto l’iter di approvazione del proprio progetto, dalla presentazione delle domande in forma digitale fino alla fase finale di rendicontazione delle spese. Il tutto grazie al nuovo software della Regione, messo a punto dal Servizio Informatico in collaborazione con quello delle Politiche europee e di cooperazione, che è stato illustrato dalla vicepresidente e assessore al Welfare, Elisabetta Gualmini, in un incontro in Regione con tutti i soggetti impegnati nella cooperazione internazionale: associazioni, organizzazioni non governative, Enti locali. Incontro che è stato anche l’occasione per fare il punto sulle risorse stanziate dalla Regione per finanziare progetti di cooperazione internazionale: oltre 2 milioni di euro negli ultimi due anni, di cui quasi 1 milione 900 mila per la cooperazione allo sviluppo e 300 mila euro per far fronte a situazioni di emergenza quali siccità, catastrofi naturali, epidemie.
Durante l’incontro è stato anche presentato il Piano operativo di Cooperazione allo sviluppo valido per tutto il prossimo anno. Il provvedimento, che dà attuazione al Piano di indirizzo 2016-2018 approvato due anni fa, recepisce molti degli obiettivi contenuti nell’Agenda Onu 2030 per lo sviluppo sostenibile, collocandoli, in coerenza con politiche regionali, nell’ambito dei settori dell'agroalimentare e dello sviluppo rurale, sanità e politiche sociali, economia della conoscenza e dello sviluppo umano. Gli interventi della Regione Emilia-Romagna sono finalizzati a contrastare la povertà, a migliorare la nutrizione e a promuovere un’agricoltura sostenibile, ad assicurare la salute per tutti e per tutte le età, con l’assistenza sanitaria a cittadini stranieri trasferiti in Italia nell’ambito di programmi umanitari e con programmi di ospitalità di bambini provenienti dalle zone di Bielorussia e Ucraina contaminate dall’incidente nucleare di Chernobyl.
Altri interventi riguarderanno l’assistenza, il soccorso e la protezione alle popolazioni in Paesi in via di sviluppo vittime di catastrofi, altri ancora sosterranno progetti di solidarietà internazionale, sensibilizzazione all’interculturalità, alla cultura della pace, ai diritti umani e alla parità di genere. Numerose le aree individuate per gli interventi. Per la zona adriatico-ionica: l’Albania; per le aree mediterranea, mediorientale, orientale e caucasica: Territori palestinesi, Tunisia, Egitto, Campi profughi Saharawi e zone liberate, Marocco, Ucraina, Bielorussia, Libano; perl’Africa sub-sahariana: Senegal, Mozambico, Etiopia, Burundi, Costa D’Avorio, Camerun, Burkina Faso, Kenya; infine, per l’America latina: Brasile.
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