Decreti sicurezza e residenza anagrafica, vinta la battaglia di Avvocato di Strada contro l'art. 13
Si è conclusa positivamente la battaglia giudiziaria intrapresa nel 2019 nei confronti delle misure volute dal precedente Governo che negavano la residenza alle persone richiedenti asilo
Lo scorso 2 ottobre il Tribunale Ordinario di Bologna, respingendo con un'ordinanza l'ultimo ricorso del Ministero dell'interno, ha messo la parola fine al contenzioso legale che dal 2019 vedeva contrapporsi il Viminale e Avvocato di strada Onlus riguardo all'art 13 del Decreto Sicurezza voluto dal precendente Governo.
Fin dalla sua entrata in vigore, l'associazione bolognese si è da subito impegnata a contrastare, a suon di ricorsi in diversi Tribunali italiani, quella norma discriminatoria con cui si cercava di negare la residenza alle persone richiedenti asilo, privandole di diritti fondamentali e rendendo così più difficile ogni processo di integrazione.
Il primo ricorso è stato presentato da Avvocato di strada a Bologna nel 2019, in favore di una donna richiedente asilo a cui era stata negata la residenza proprio sulla base dell'art.13. La causa ha avuto varie fasi, la prima delle quali ha visto accolto il ricorso d’urgenza presentato dagli Avvocati Antonio Mumolo e Paola Pizzi con conseguente provvedimento che ordinava l’iscrizione anagrafica della richiedente asilo. Respinto invece dal Tribunale di Bologna il conseguente reclamo del Ministero dell’Interno, avverso a questa decisione, così come un secondo ricorso, negato proprio con l'ordinanza dello scorso 2 ottobre.
Nel frattempo, la Corte Costituzionale, sollecitata dai ricorsi presentati da Asgi, Avvocato di strada e altre associazioni, ha dichiarato l’incostituzionalità dell’Art. 13 del Decreto sicurezza.
Antonio Mumolo e Paola Pizzi, di Avvocato di strada, si dichiarano soddisfatti per questa ulteriore vittoria che rappresenta la conferma di un principio di civiltà esistente nel nostro ordinamento.