Giornata mondiale dell'Alzheimer: l'impatto della pandemia su malati e careviger
Sensibilizzazione, prevenzione, importanza del contatto umano. Cittadinanzattiva fa il punto sulla situazione di malati di Alzheimer e familiari, alla luce dell'emergenza sanitaria da Covid
In occasione della giornata mondiale dell'Alzheimer, che si è tenuta lunedì 21 settembre, Cittadinanzattiva Emilia Romagna ha tracciato un'analisi sulla diffusione della malattia e su quanto sia stato drammatico l'impatto della pandemia, sulla già difficile situazione di malati e caregiver.
La malattia di Alzheimer colpisce circa 40 milioni di persone e solo in Italia ci sono circa un milione di casi, per la maggior parte over 60. Il numero di persone affette da questa patologia è in continua crescita, infatti si stima che ogni 3 secondi venga diagnosticato un caso di demenza. Data la difficoltà di una diagnosi precoce la prevenzione, con uno stile di vita sano che integri attività fisica e corretta alimentazione, rimane l'unica risorsa per contrastare la malattia.
Al pari della prevenzione, per i malati di Alzheimer il contatto con i propri cari è un fattore di cura estremamente importante, per questo le regole di vita restrittive applicate per contrastare la pandemia da Covid attualmente in atto hanno sensibilmente aggravato la loro condizione. L'analisi di Cittadinanzattiva Emilia Romagna si sofferma propio su questo aspetto, sottolineando come sia necessario un approccio più flessibile per consentire ai membri della famiglia di stare con le persone malate ricoverate nelle RSA/CRA. Per Anna Baldini, segretario regionale di Cittadinanzattiva Emilia Romagna, "l'impatto della pandemia da Covid-19 sui malati di Alzheimer e sui loro famigliari è stato devastante. I malati di Alzheimer hanno dovuto subire: restrizioni domiciliari, chiusura di strutture di ricovero, l’interruzione dei servizi di assistenza domiciliare, chiusura dei centri diurni. In questi mesi abbiamo ricevuto molte segnalazioni da familiari che non hanno potuto essere fisicamente vicini ai propri cari ricoverati nei CRA o RSA".
Una efficace risposta alla pandemia, secondo Cittadinanzattiva, non dovrebbe infatti essere incompatibile con un approccio umano alle politiche di visita nei centri anziani e il contatto familiare può essere mantenuto anche attraverso videoconferenze, visite in giardino, stanze dedicate e l'opportunità di avere informazioni e un costruttivo confronto con il personale per essere rassicurati.
"So che le case di cura stanno facendo un enorme sforzo per proteggere la salute e la sicurezza dei loro pazienti - sostiene il familiare di un paziente ricoverato in RSA - ma a quale costo? Stanno venendo negate necessità di base per la felicità e il benessere di queste persone. Vorrei che venisse rifatta un’analisi del rapporto tra benefici e controindicazioni delle attuali restrizioni."
Cittadinanzattiva Emilia Romagna, riferisce Anna Baldini, “è vicina ai caregiver delle persone malate di Alzheimer per fare si che le necessità umane basilari dei familiari delle persone nelle RSA/CRA siano ascoltate, così che questi problemi possano essere affrontati dalle Istituzioni. La prontezza nei tempi è essenziale, come sa bene qualsiasi caregiver di una persona con la demenza. Cittadinanzattiva chiede un intervento delle Istituzioni per far si che la qualità di vita e il benessere delle persone fragili sia tutelata".
Tags: CittadinanzAttiva, Anziani, Emilia Romagna