Il cinema che "racconta la società in cui viviamo"
Grazie alla sinergia tra Forum e Cineteca nel Festival Visioni italiane istituito un premio per il miglior cortometraggio sociale. Vincitore "Fame" di Karole Di Tommaso
Far conoscere il Forum Terzo Settore a una platea di giovani, ma soprattutto dimostrare come il cinema possa essere in molti casi lo strumento giusto per “raccontare il sociale”. Queste le ragioni che hanno spinto il Forum Terzo Settore Emilia Romagna a collaborare all’ultima edizione di “Visioni italiane”, il concorso nazionale per corto e medio metraggi promosso dalla Cineteca di Bologna e svoltosi a Bologna dal 25 febbraio al 1 marzo.
“Grazie alla sinergia con il Forum abbiamo deciso di istituire nell’ambito del nostro Festival , che da 21 anni dà spazio alle opere di giovani artisti emergenti, anche un premio dedicato al miglior cortometraggio sui temi sociali – spiega la coordinatrice del Festival Anna Di Martino - L’idea è nata dalla consapevolezza, che spesso la potenza del linguaggio cinematografico è più forte di tante parole, e il cinema è in grado di raccontare immagini, storie ed emozioni che difficilmente possono trovare spazio nei mezzi di comunicazione con cui tradizionalmente viene raccontato il sociale”.
Ed è proprio quello che fa il cortometraggio vincitore di questo premio, “Fame”, della giovane regista Karole Di Tommaso, premiata dal Portavoce del Forum Luca Paoli nella giornata di chiusura del Festival.
In un’Italia sempre più multietnica, “Fame” racconta l’incontro e lo scontro - culturale, linguistico e, in questo caso, anche alimentare - tra due generazioni . Una mamma cinese, che pur vivendo qui, ancora non parla la lingua ed è profondamente legata alla cultura d’origine e la figlia adolescente, che parla italiano e mangia gli spaghetti, ma che, come spesso capita ai ragazzi di seconda generazione, si sente un po’ fuori da tutto e fatica a trovare una propria identità.
“Vivo a Roma da dieci anni e in tutto questo tempo ho visto la città cambiare e arricchirsi di nuovi volti e nuovi cittadini – racconta la regista Karole di Tommaso – Durante le passeggiate e i viaggi sul tram osservo le persone che mi stanno intorno e sono spesso testimone di incontri e anche scontri tra generazioni. Ed è così che nato Fame: dal desiderio di raccontare, senza stereotipi e forzature, una realtà che è sotto gli occhi di tutti, ma di cui si parla ancora troppo poco”. E la scelta è ricaduta proprio sulla comunità cinese, spesso vittima di stereotipi e considerata da molti chiusa in se stessa e difficile da coinvolgere.
“Sono molto felice di questo premio – prosegue la regista – Penso che il cinema sia un mezzo potentissimo per raccontare delle storie. In questo senso parlare di ‘cinema sociale’ non significa riferirsi necessariamente a film di nicchia, che parlano di specifiche problematiche o si occupano di determinate categorie di persone, significa piuttosto riconoscere nel cinema lo strumento per raccontare la società in cui viviamo, con le sue contraddizioni e criticità, e narrare le storie delle persone che ne fanno parte”.