“Noi, il Terzo Settore e la nuova legge regionale”
Intervista ad Alberto Alberani, portavoce del Forum Terzo Settore dell’Emilia Romagna
Il Forum Terzo Settore dell’Emilia Romagna ha organizzato, lo scorso 15 febbraio, un incontro sulla futura legge regionale sul Terzo Settore ponendosi la domanda se contribuirà a migliorare la vita delle organizzazioni aderenti. È stata l’occasione per parlare, utilizzando la Tecnologia dell’Open Space (OST), del registro RUNTS, dell’Osservatorio, del Fondo Innovazione e di co-programmazione\co-progettazione.
Abbiamo intervistato Alberto Alberani, portavoce del Forum, su ciò che è emerso in quella giornata.
Perché organizzare un incontro di questo tipo?
Come Forum abbiamo ritenuto utile invitare le 60 persone che con diversi ruoli e funzioni hanno, in Emilia Romagna, delle responsabilità in questo settore; i presidenti delle reti associative di secondo livello che aderiscono al Forum, i presidenti dei vari Forum provinciali e i Centri di Servizio per il volontariato.
Abbiamo chiamato la giornata “Noi Terzo Settore” perché abbiamo riunito tutti i responsabili del settore. Li abbiamo invitati perché stiamo facendo l’accompagnamento alla Legge regionale che è stata depositata e sarà votata entro l’estate. Ci sarà un’audizione conoscitiva da parte dell’assemblea legislativa a cui saranno invitate le persone che abbiamo riunito.
Abbiamo voluto fare un approfondimento sulla legge e abbiamo chiesto delle indicazioni per redarre un testo comune da portare il giorno dell’audizione.
La motivazione forte della giornata era quindi quella di raccogliere i pareri dei responsabili regionali del Terzo Settore e trovare alcuni punti da portare alla presentazione della legge in Assemblea.
E come è andata questa discussione?
Abbiamo approfondito alcuni aspetti della nuova legge. Abbiamo parlato dell’Osservatorio che dovrebbe osservare le dinamiche del Terzo Settore per produrre dei dati sull’impatto sociale di tutto quello che facciamo. Ma non solo questo, l’Osservatorio dovrebbe anche occuparsi dell’amministrazione condivisa, di come si instaurano oggi i rapporti e le relazioni tra la pubblica amministrazione e il Terzo Settore.
Un altro tema ha riguardato chi rappresenta chi e come; quali sono i confini di rappresentanza tra i Forum provinciale, il Forum regionale, la Commissione regionale del Terzo settore, i Centri di Servizio per il volontariato.
Tra i presenti c’era anche l’aspettativa di un alleggerimento delle modalità d’iscrizione ai vari registri che rischiano di soffocare il Terzo Settore.
In questi anni si parla sempre di co-programmazione e co-progettazione: avete parlato anche di questo?
Sì, è questo il cuore dell’amministrazione condivisa. A questo proposito abbiamo parlato di come migliorare i rapporti superando le gare d’appalto per quanto riguarda i servizi alla persona. È stato posto anche il tema della valutazione dell’impatto sociale della progettazione: è giusta questa valutazione ma non deve diventare troppo burocratica.
E per il Fondo per l’Innovazione sociale?
C’è la speranza che il fondo per l’innovazione sociale possa essere destinato a enti del Terzo Settore, per stimolare le azioni di amministrazione condivisa e sostenere le reti più rappresentative, come i Forum provinciali che hanno bisogno di risorse economiche per poter disporre, nei 38 distretti, di agenti territoriali che facciano rappresentanza, sviluppo e promozione del Terzo Settore.
Che opinione ti sei fatto della legge fino a qui?
La proposta di legge è un’ottima intuizione che condividiamo, l’aspettativa però è che da un testo di legge scaturiscano azioni nuove e di miglioramento a favore del Terzo Settore. Le legge è un atto formale di riconoscimento e di valore del Terzo Settore che comunque prosegue il suo lavoro al di là della legge, perché chi fa volontariato va avanti comunque. Ma sicuramente l’uscita di questa legge potrà essere uno stimolo.