Priorità precise, controllo delle risorse, semplificazione della partecipazione: l'Assessore Gualmini definisce le sue linee d'azione

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"La nostra sfida è dimostrare che i servizi di cui la regione si occupa incidono direttamente sulla vita delle persone", ha scritto in un articolo sul sito dell'assessorato

"La nostra sfida è questa: dimostrare che i servizi di cui la regione si occupa incidono direttamente sulla vita delle persone migliorandone la qualità e arginando situazioni di disagio e di malattia". Questo il principale obiettivo tracciato dalla neoeletta Assessora regionale al welfare Elisabetta Gualmini nel suo primo articolo sul sito di Sociale Emilia Romagna.

Per raggiungere questo importante scopo Gualmini definisce tre linee d'azione.
In primo luogo ridurre la frammentazione e puntare su precise priorità. "Non c’è dubbio che il mondo del welfare regionale e locale sia eccessivamente parcellizzato. Cercheremo di selezionare e scegliere tra priorità, mettendo in fila le emergenze e le domande sociali più importanti senza una distribuzione a pioggia di micro-finanziamenti per micro-interventi con un impatto poco significativo sul territorio".

Il secondo punto riguarda poi le risorse e il loro controllo affinché i soldi siano spesi per il reale benessere dei cittadini. "Controlleremo meglio che le risorse spese arrivino effettivamente a rispondere ai bisogni dei cittadini, e non a promuovere il mantenimento di strutture e servizi lontani dalle persone oggi in difficoltà. Per il 2015 la nuova giunta si impegna a mantenere  gli stessi livelli dei servizi sociali senza tagli o riduzioni. E questo è un fatto! Un obiettivo che non era scontato".

Infine il tema della partecipazione e della necessità di farla funzionare in maniera proficua e efficace. "Partecipare non vuol dire bloccare.La Regione sarà aperta e inclusiva. Non ci saranno pregiudizi nei confronti del settore privato, che da almeno venti anni co-partecipa insieme alle istituzioni pubbliche nella gestione della gran parte dei servizi socio-sanitari ed educativi. Ma partecipare non vuole dire stare fermi, o convocare decine di tavoli, coordinamenti, cabine di regia, senza arrivare mai a una conclusione. Bisogna saper decidere, e decidere anche in tempi rapidi".

"Sappiamo bene che ogni elenco di buoni propositi rischia di lasciare perplessi, ma noi ci vogliamo provare veramente. - scrive l'Assessore in conclusione - Anche perché non ci sono alternative o piani B. O la politica si rimette immediatamente al servizio del benessere comune oppure avremo perso di vista il senso profondo del nostro stare insieme".

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