Riforma del terzo settore: sono 700 gli emendamenti presentati al Senato
Le novità riguardano soprattutto il tema dell'impresa sociale, mettendo in discussione l'impianto definito alla Camera
Sono circa 700 gli emendamenti alla Riforma del Terzo Settore presentati al Senato. Un numero davvero elevato, tra cui figurano anche diversi emendamenti presentati dallo stesso relatore della Riforma al Senato, l'onorevole Stefano Lepri.
Tra le novità l'obbligo di “trasparenza e di informazione” sulle attività svolte, il via libera dei giovani stranieri al servizio civile universale, ma soprattutto una ridefinizione dell'impresa sociale, che mette nel mirino, come sottolineato da Vita, "l'impalcatura della nuova impresa sociale così come immaginata dai deputati in prima lettura".
"In alcuni passaggi della legge (a cominciare dal titolo e dall’articolo 6) sembrerebbe scorgersi la volontà di distinguere le imprese sociali dagli altri enti di terzo settore, quasi che siano soggetti esterni o di confine. - scrive il Senatore Stefano Lepri - Occorre invece fare chiarezza sul fatto che esse sono a pieno titolo enti di terzo settore. Non occorre pertanto una loro definizione precisa all’articolo 6, in quanto trattasi di enti di terzo settore, con tutte le caratteristiche indicate all’articolo 1 e all’articolo 4, con in più il solo fatto di operare in forma d’impresa".
"Nel testo Camera si definisce invece l’impresa sociale quale 'impresa privata con finalità d’interesse generale, avente come proprio obiettivo primario la realizzazione di impatti sociali positivi conseguiti mediante la produzione o lo scambio di beni o servizi di utilità sociale'. Ma cosa significa avere come obiettivo la realizzazione di impatti sociali positivi? - aggiunge - Se vuol dire che si esercita una responsabilità sociale, allora la grandissima parte delle imprese possono vantarla, pur con intensità diverse. Se invece si intende che le finalità solidaristiche e civiche vanno misurate e che non basta enunciarle, ciò è sacrosanto ma a valutarle saranno i clienti o i committenti. E se è difficile la valutazione, come nel caso di interventi sociali, ben vengano anche strumenti di misurazione, senza tuttavia pensare che siano l’obiettivo".
Sottolineature che hanno aperto una forte discussione anche all'interno dello PD, che con la Deputata Lenzi aveva guidato la stesura dell'impianto del DDL alla Camera e che rischiano di innescare un cortocircuito nello stesso iter del Disegno di Legge, in quanto la Camera dovrà poi essere chiamata a ridiscutere il testo approvato dal Senato.
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