Terzo settore. Partecipazione e sviluppo sociale come contrasto a solitudine e intolleranza, per una solida coesione sociale
Il tema è stato al centro del convegno organizzato lo scorso 20 febbraio dal Forum Terzo Settore Emilia Romagna
Martedì 20 febbraio, al Mercato Sonato di Bologna, il Forum del Terzo Settore Emilia Romagna ha promosso il convegno "Terzo Settore. Che forma prende la Riforma".
Il portavoce regionale Federico Alessandro Amico ha interloquito con Alessandro Lombardi, Direttore Generale del Terzo Settore presso il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Elisabetta Gualmini, Vice Presidente della Regione Emilia Romagna, Maurizio Mumolo, Direttore del Forum Nazionale del Terzo Settore, Alberto Bellelli, Coordinatore Welfare ANCI Emilia Romagna e Sindaco di Carpi e Marina Balestrieri, Segreteria CGIL Emilia Romagna.
L'incontro, molto partecipato dalle organizzazioni di terzo settore operanti in regione, ha fatto il punto sullo stato di attuazione della Riforma.
È stata anche l'occasione per la riunione dell'assemblea regionale del Forum che in quella sede ha inteso predisporre una lettera a tutte le forze politiche che si confronteranno nella tornata elettorale del prossimo 4 marzo.
Ecco il testo integrale della lettera:
Le istituzioni del Terzo Settore in Emilia Romagna sono quasi 27.000: una presenza capillare e rilevante sul territorio regionale, che esprimono la ricchezza e la pluralità delle forme di impegno civile e di solidarietà del Paese, attraverso le associazioni di volontariato, promozione sociale, cooperazione sociale e le organizzazioni non governative di solidarietà internazionale.
Queste impegnano oltre 473.000 volontari e più di 71.000 dipendenti (dati ISTAT – 2015) che operano nella cultura, nello sport, nel sociale offrendo opportunità e rispondendo ai bisogni di centinaia di migliaia di persone, cercando di ridare fiducia ai cittadini e alle famiglie, guardando alla tutela soprattutto delle persone più fragili sapendo coniugare l'economia dei mercati con quella sociale per superare le pesanti diseguaglianze ancora presenti.
L'impegno del terzo settore nel suo complesso mette al centro le sfide del benessere delle persone e del pianeta, della cultura della pace e della prosperità delle comunità nel nostro Paese, in Europa e nel Mondo.
Il Forum è consapevole del ruolo sussidiario del mondo del Terzo settore nella promozione dell'inclusione sociale e del benessere delle comunità umane e che l'efficacia di ogni cambiamento sociale è strettamente legata alla capacità dei diversi attori, istituzioni, cittadini, imprese, terzo settore, forme vecchie e nuove di civismo, promozione, mutualità, solidarietà e anche dell'economia tradizionale di convergere su obiettivi comuni e integrare identità, azioni e risorse.
Per questi motivi il Forum mette a disposizione della politica le proposte prioritarie soprattutto in tema di riforma del Terzo settore.
Infatti, per rendere pienamente attuativa la Riforma sono indispensabili degli ulteriori passaggi normativi e il Forum auspicamo quindi che l'inizio della nuova legislatura non sia di rallentamento nell'adozione dei provvedimenti e degli atti necessari mancanti, a discapito di tutti coloro che operano in questo ambito, ma soprattutto a discapito di tutti coloro che partecipano, interagiscono, colgono le opportunità che il terzo settore è in grado di offrire.
Il capitale sociale è uno dei driver a fondamento di qualsiasi politica di sviluppo. I corpi intermedi svolgono un ruolo centrale nel generare coesione sociale e, pertanto, ne consegue la necessità di prestare attenzione alla loro manutenzione e sostegno. Le convinzioni di cui sopra ci hanno spinto negli anni passati a sostenere la riforma del Terzo settore. Una riforma necessaria, utile ed importante che ha dotato l'Italia di politiche e strumenti atti a valorizzare e promuovere l'iniziativa del Terzo settore italiano e che, ci auguriamo, consentirà di liberare le energie e le potenzialità di impegno civile di persone e comunità, risorsa preziosa per il Paese alle prese con nuove sfide e trasformazioni.
Il Terzo Settore emiliano romagnolo raccoglie la sfida della trasparenza e del cambiamento e chiede che questo trovi supporto e accompagnamento da parte di tutti i soggetti, istituzionali e sociali, che interagiscono con le sue organizzazioni.
In particolare sono indispensabili i provvedimenti per:
- l'Istituzione del Registro Unico;
- la piena operatività degli strumenti di governance e monitoraggio del sistema (Consiglio Nazionale del Terzo settore, Organo Nazionale Controllo dei Centri Servizio volontariato, Cabina di Regia presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri);
- l'emanazione dei decreti correttivi che diano soluzione alle criticità attuative emerse nella prima fase di applicazione;
- la messa a punto dei dispositivi per rendere effettiva la ricaduta fiscale prevista dalla riforma a vantaggio degli enti del Terzo settore (ETS) iscritti al registro;
- la definizione delle modalità applicative della co-programmazione e co-progettazione, che permettano di rendere sempre più esplicita una sinergia paritaria, seppur con diverse responsabilità, tra Istituzioni e enti del Terzo settore al fine di poter meglio rispondere ai bisogni dei cittadini e delle comunità.
Si ritiene che il confronto costante di questi anni e mesi, che a livello regionale è stato assai positivo, debba proseguire anche a livello nazionale. È centrale mantenere un tavolo di lavoro condiviso tra istituzioni e terzo settore che consenta un efficace monitoraggio ed assestamento della norma. Si ricorda infatti che l'esecutività di alcuni provvedimenti non è ancora attiva (registro unico, fiscalità e finanza per gli ETS) e non è ad oggi possibile valutarne le implicazioni applicative. Resta, infine, da affrontare l'armonizzazione delle previsioni della riforma con alcune discipline di settore, in particolare per quello che riguarda il mondo dello sport, della cultura, dell'agricoltura sociale e la cooperazione allo sviluppo.
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