Tutelare le persone e gli operatori sociali nell'emergenza Covid-19, la richiesta di fio.PDS alle Istituzioni
Nuovi contagi fra i senza dimora: l'appello della presidente di fio.PSD Cristina Avonto, per estendere o rafforzare in condizioni di sicurezza le attività straordinarie
A seguito dell'emergenza sanitaria che stiamo vivendo nel nostro Paese, gli operatori sociali, da sempre impegnati nell’assistenza e nel sostegno alle persone senza dimora, si trovano a dover intervenire spesso in situazioni fuori dall’ordinario.
Permettere loro di poter lavorare in condizioni di sicurezza è dunque una priorità. Per garantire le attività straordinarie richieste nell’emergenza Covid-19 e tutelare in modo efficace gli operatori coinvolti nell’erogazione di servizi essenziali per la salute delle persone senza dimora, la presidente di fio.PSD (Federazione Italiana degli Organismi per le Persone Senza Dimora) ha inviato, lo scorso mercoledì 25 marzo, un appello alla Protezione Civile Nazionale, a nome dell'associazione e dei suoi soci.
Nel documento, fio.PSD richiede, in particolare, che agli operatori siano distribuiti dispositivi di protezione individuali (mascherine, tute e guanti) per proteggere loro e le persone che stanno aiutando e che siano incentivati, su tutto il territorio nazionale, gli alloggi emergenziali. Soluzioni abitative, realizzate in alcuni comuni (sul modello di quelle allestite dalla stessa Protezione Civile) da enti pubblici territoriali o da enti del Terzo settore (anche facendo ricorso ad alberghi) dove poter accogliere: persone senza dimora che devono rimanere in quarantena, persone positive non sintomatiche o in via di negativizzazione oppure coloro che sono stati in contatto stretto con persone positive al virus.
"Il dott. Angelo Borrelli - si legge poi nell’appello della Avonto - ha segnalato diverse volte l’attenzione peculiare da riservare a queste persone che, nella situazione attuale, vedono moltiplicate le difficoltà di far fronte ai loro bisogni essenziali e messa seriamente a rischio la loro salute (spesso già precaria).
Per fronteggiare le necessità di questa fascia di popolazione emarginata e gravemente vulnerabile dal punto di vista sanitario - anche in condizioni normali - è stato necessario aumentare l’operatività dei servizi, spesso su richiesta delle stesse autorità locali. Un dormitorio, ad esempio, normalmente opera dalle 20:00 alle 8:00 del giorno successivo. Per contenere la mobilità e il rischio per gli ospiti si è passati ad un’apertura 24 ore su 24. Così per molti altri servizi: mense, servizi diurni, ambulatori sanitari, etc."
La presidente di fio.PSD sottolinea poi come l’estensione del servizio, già di per se problematica in una situazione di normalità, lo sia ancora di più in questi giorni. Questo perché è diminuita la disponibilità di volontari che solitamente prestano il loro servizio gratuito nelle migliaia di centri e strutture per le Persone Senza Dimora. "Anche per loro registriamo la difficoltà di poter operare in piena sicurezza vista la carenza di dispositivi di protezione individuale".
In ultimo viene sollecitata con urgenza la necessità di condividere protocolli operativi con comuni e aziende sanitarie per la gestione della profilassi (ingresso e uscita dai centri) e delle possibili quarantene per persone senza dimora che dovessero risultare positive al virus. Ad oggi infatti, nonostante un generale rallentamento della curva epidemiologica, si registrano nuovi contagi multipli nei servizi rivolti alla grave marginalità, dove la situazione è estremamente problematica e ancora oggi mancano indicazioni omogenee rispetto alla gestione del rischio contagio o della positività al virus Covid-19 tra la popolazione senza dimora.