Un progetto di Cefa tra le cinque best practices al mondo selezionate da Expo
Il progetto ha visto la realizzazione in Tanzania di una latteria sociale realizzata secondo un “modello di sviluppo inclusivo” che ridistribuisce reddito a più membri di una comunità
Il progetto "Africa Milk Project: ama la tua terra, combatti la povertà, bevi il tuo latte" promosso da CEFA il seme della solidarietà, insieme a Granarolo, il Ministero degli Affari Esteri e l’Associazione tanzaniana di allevatori NjoLIFA, ha vinto il primo premio come migliore Best Practice all'Expo di Milano 2015 nella categoria "Sviluppo sostenibile nelle piccole comunità rurale in aree marginali".
Ci sarà quindi un progetto emiliano-romagnolo tra le cinque best practices al mondo selezionate dalla commissione Expo 2015 per dare una risposta alle necessità del pianeta.
Il progetto sarà presentato attraverso un film, che Expo realizzerà, e sarà proiettato per sei mesi nel Padiglione Zero, lo spazio sviluppato in collaborazione con le Nazioni Unite che avrà il compito di introdurre i 20 milioni di visitatori attesi al tema dell'esposizione universale di Milano.
Alla base del progetto vi è l'idea di promuovere una latteria sociale secondo un “modello di sviluppo inclusivo” che ridistribuisce reddito a più membri di una comunità. Njombe Milk Factory, in Tanziania, riceve infatti ogni giorno 3200 litri di latte da 800 allevatori della zona che possiedono per lo più 2 o 3 vacche da latte. Una volta consegnato “a mano” o raccolto con un furgone, il latte è pastorizzato. Una volta a settimana e a prezzo contenuto, una certa quantità è distribuita in 58 scuole del distretto di Njombe (sud della Tanzania), raggiungendo un bacino di utenza che oggi è di 28 mila scolari. In parte il latte è venduto, e, in piccola quantità, donato a ospedali e orfanotrofi nei dintorni. Il rimanente diventa yogurt – distribuito nei mercati locali – e vari formaggi. Caciotta, provolone e specialmente mozzarella sono venduti nelle città più importanti della Tanzania e nell'isola di Zanzibar. Se all'inizio il progetto voleva migliorare la vita delle comunità rurali e sviluppare l'economia del distretto, oggi è un'impresa che comincia a fare utili.
“La razionalità economica avrebbe consigliato di ritirare il latte da un’unica grande stalla con qualche centinaia di capi di bestiame, ma abbiamo scelto, invece, di coinvolgere 800 piccole imprese familiari contadine ed è stata una bella sfida, ma siamo convinti che non esiste vero sviluppo, in un paese come la Tanzania, se i benefici della crescita non vengono ridistribuiti nel modo più ampio possibile - ha sottolineato Paolo Chesani, direttore di Cefa Onlus - Grazie a questo circolo virtuoso, la latteria oggi è passata da progetto finanziato a una società i cui azionisti sono anche i partner-beneficiari."
Per informazioni
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