“L'ascensore è libertà”, un Manifesto per garantire la piena inclusione sociale delle persone anziane
La nuova campagna promossa dalle 12 Auser territoriali dell'Emilia Romagna per sensibilizzare la cittadinanza sul problema della carenza di ascensori negli edifici con più di tre piani
“L'ascensore è libertà” è questo il titolo della nuova campagna lanciata dalle 12 Auser territoriali dell'Emilia Romagna per sensibilizzare cittadini, istituzioni e media sulla consistente carenza, in regione, come nel resto d'Italia, di ascensori negli edifici con più di tre piani.
La campagna prende avvio da un Manifesto che fissa le motivazioni di questo nuovo impegno di Auser e le azioni che si vogliono intraprendere nei prossimi mesi.
Già oggi in Italia vi sono 13 milioni di persone anziane con età superiore ai 64 anni. “Ma tra 50 anni un terzo della popolazione lo sarà - spiega Gianluigi Bovini, demografo di lunga esperienza che ha aiutato Auser in questa campagna – e a livello regionale le previsioni statistiche ci dicono che se oggi vi sono 1.050.000 anziani, nel 2066 saranno 1 milione e mezzo”. Dai dati in possesso risulta che in Emilia Romagna, ma i numeri sono simili a livello nazionale, nel 69% dei casi gli edifici con quattro piani e oltre non sono dotati di un ascensore, in termini assoluti 60.465 edifici. La legge n.13 del 1989 obbliga la dotazione di ascensori nei nuovi edifici con più di tre piani, ma tutti quelli che sono stati costruiti prima naturalmente non hanno questo obbligo.
Il risultato di questa situazione è che oggi, e ancor più in futuro, le persone con mobilità ridotta saranno a rischio di esclusione, di qui l'idea della campagna.
“Abbiamo individuato un anello mancante nella connessione tra la propria casa e la strada: l’ascensore – spiega Magda Babini, vicepresidente di Auser Emilia Romagna - uno strumento che permette alle persone di muoversi in autonomia, sia nelle normali funzioni della vita che nel coltivare relazioni di comunità”.
Di queste difficoltà Auser ne ha una grande esperienza, perché molti dei suoi 11.500 volontari a livello regionale vengono impiegati proprio per superare queste barriere che impediscono alla persona anziana di uscire da casa.
“La campagna seguirà l'evolversi di questo tema - dice Fausto Viviani – e si realizzerà inizialmente tramite dei manifesti e in un convegno in ottobre”. Tutto questo per sensibilizzare l'opinione pubblica e le istituzioni su un tema la cui importanza è molto sottovalutata.
Accanto a questa azione e all'impegno dell'Auser di farsi carico di tante situazioni dove per un anziano risulta difficile uscire da casa, occorre però fare pressione anche sulle istituzioni, “invitando le forze politiche, sociali ed economiche della Regione - si legge nel manifesto - nell’ambito del 'Patto per il lavoro' sottoscritto il 20 luglio 2015, a impegnarsi per favorire le soluzioni volte a dotare di ascensori, là dove è possibile, gli edifici con almeno tre piani e, nel contempo, promuovere un'adeguata manutenzione e messa a norma di quelli esistenti”.
Le soluzioni tecniche oggigiorno ci sono, sottolinea Stefania Irti, ingegnera che collabora al progetto, “Non ci sono limiti tecnici per l'installazione degli ascensori; le aziende offrono le più diverse tipologie”. I limiti sono altrove e possono essere culturali, come quando si considera l'ascensore come un bene di lusso o quando si scarica il problema sugli altri, non pensando che prima o poi anziani lo si diventa tutti.
Ma i limiti più evidenti possono essere quelli economici. Le spese per installare un ascensore sono di diverse migliaia di euro e spesso sono proprio le persone anziane nelle assemblee di condominio a dire di no a questo possibilità, proprio per ragioni economiche.
Per questa ragione il manifesto si conclude con un appello “alle diverse Istituzioni, a partire dalla Conferenza Stato - Regioni, affinché intervengano con le necessarie modifiche normative e di legge, per favorire l'installazione di ascensori, anche attraverso ulteriori e specifiche misure di sostegno economico per i meno abbienti, cosi come indicato nell'art. 3 della Costituzione Italiana”.
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