Caregiver: Forum Terzo Settore e Associazione Career danno il via a un percorso di confronto
La nuova Legge regionale sui caregiver è un traguardo importantissimo; ma sono ancora tanti i nodi da sciogliere. Ne abbiamo parlato con Gianluca Mingozzi, responsabile welfare di Confcooperative
Diffondere la conoscenza dei contenuti e delle scelte politiche alla base della Legge regionale per il riconoscimento ed il sostegno del Caregiver familiare (LR 2/2014 ). Questo il principale obiettivo dell'incontro, svoltosi il 6 luglio, tra le organizzazioni aderenti al Forum del Terzo Settore dell'Emilia Romagna ed i rappresentanti dell'Associazione "CAREER", Loredana Ligabue e Lalla Golfarelli. Un momento di confronto e informazione che rappresenta l'inizio di un percorso più ampio di condivisione e confronto anche in vista della prossima elaborazione delle Linee Guida regionali su caregiver.
E proprio la necessità di dar vita al più presto alle Linee Guida, peraltro previste dalla stessa legge 2/2014, e i nodi da sciogliere in questa sede, sono stati tra i temi al centro dell'incontro promosso dal Forum, che ha visto la partecipazione dei rappresentanti di numerose organizzazioni regionali, tra cooperative sociali, associazioni e odv.
"Con le Linee Guida l'amministrazione pubblica, sia a livello regionale che locale, è chiamata a tener conto dei numerosi elementi di novità introdotti dalla norma nei servizi integrati alla persona sul territorio. - sottolinea Gianluca Mingozzi, Responsabile Welfare di Confcooperative Emilia Romagna - Uno dei principali elementi innovativi previsti dalla legge è il desiderio di assicurare la volontarietà e l'informalità, ma, al contempo, anche la qualità dell'assistenza fornita dal caregiver".
"Un altro nodo critico - prosegue Mingozzi - è rappresentato dalla necessità di assicurare che il ruolo di questa figura non si sovrapponga a quello degli operatori professionali e al lavoro retribuito, finendo per sostituirlo: un'evenienza tutt'altro che improbabile in una fase così critica per i bilanci pubblici come quella che stiamo vivendo. Inoltre, proprio perché questa figura curerà soprattutto l'ambito relazionale con l'assistito, le istituzioni dovranno sorvegliare i processi affinché garantiscano il benessere a tutte le persone coinvolte e non assumano dinamiche che, a volte, possono nascondere anche patologie nocive. La persona assistita deve essere veramente consenziente e il caregiver non deve essere o diventare ricattabile per qualsiasi motivo, soprattutto di carattere economico".
Un altro tema cruciale riguarda poi la necessità di un ampio percorso mirato a promuovere l'integrazione tra i caregiver, gli operatori professionali che "forniscono attività di assistenza e di cura" e il servizio sociale pubblico. "È chiaro - sottolinea ancora Mingozzi - che affinché la legge e le novità in essa contenute possano portare l'atteso beneficio al sistema, senza correre il rischio di eventuali errori, non basterà un buon lavoro a livello centrale, con atti amministrativi e regolamenti o Linee guida regionali, ma è indispensabile che tutta la rete e soprattutto quella di carattere locale 'giri' nel modo giusto".
Per questo - conclude il Responsabile welfare di Confcooperative - è necessario maturare la convinzione che si sta generando un sistema molto complesso dove la mancanza di risorse economiche può essere compensata dal lavoro, dalla presenza e dalla competenza di diversi e numerosi attori sociali, ma questi soggetti hanno la necessità di essere coordinati, seguiti, assistiti a loro volta ed organizzati. Un lavoro questo che spetta alla Pubblica Amministrazione in un quadro di rinnovata e rivalutata sussidiarietà, dove il pubblico gestisce sempre meno (o addirittura nulla!) e, invece, coordina e controlla. Un ruolo vitale per la salute del sistema e molto impegnativo che richiede cambiamenti culturali e organizzativi un po' da parte di tutti".