Legacoopsociali, i numeri e le nuove sfide al centro dell'assemblea regionale
Presentati i dati e i traguardi raggiunti, ma anche le sfide e le prospettive di innovazione. Tra le proposte il Servizio civile per i richiedenti asilo
Oltre 200 cooperative associate, 25.000 tra soci e dipendenti, e miliardo di euro di fatturato. Sono i numeri di Legacoop sociali Emilia Romagna, presentati il 5 ottobre nel corso dell'assemblea regionale.
"Sono traguardi importanti per un settore nato trent’anni fa - ha ricordato nel corso di un incontro con la stampa il responsabile di Legacoopsociali Emilia-Romagna Alberto Alberani – ma non ci accontentiamo. Le sfide che abbiamo di fronte sono tante, importantissime, perché non riguardano la nostra esistenza di imprese, ma sono le stesse che devono affrontare milioni di donne e di uomini e riguardano temi cruciali: dall’assistenza alle persone fragili e vulnerabili, all’integrazione dei migranti, al protagonismo delle persone svantaggiate, quelle che lavorano e sono socie delle nostre cooperative di tipo B".
Tanti i progetti in campo. Dall'attuazione alla legge regionale 14 del 2015 che interviene sulle persone fragili e vulnerabili prevedendo dei percorsi occupazionali che contrastino l’esclusione sociale, all'innovazione dei servizi per l'infanzia e la non autosufficienza.
"Abbiamo progettato e sperimentato servizi per l’infanzia nuovi e flessibili – ha ricordato Alberani –. Un campo, questo, che deve e può vedere il superamento delle forme di appalto al ribasso definendo un prezzo fisso diventando così una Regione dove i bambini non si mettono all’asta. Stiamo consolidando i servizi rivolti a persone anziane e disabili valorizzando l’attuale sistema di accreditamento e proponendo ai governi nazionale e regionale di aumentare i fondi per la non autosufficienza e e di consentire al cittadino maggiore scelta e protagonismo nei servizi".
E ancora, il tema importantissimo dell’accoglienza ai profughi per i quali Legacoopsociali propone anche la possibilità di accedere al Servizio Civile nazionale per iniziare un percorso professionale, "nella certezza che i percorsi di servizio civile possano essere un'ottima occasione per ragazzi e ragazze altrimenti condannati all’inedia per mesi e, talvolta, al lavoro irregolare".
Una proposta rispetto alla quale è già arrivato un segnale positivo. E' proprio di questi giorni infatti la notizia che il Ministero dell'Interno ha attivato uno studio mirato a consentire a questi giovani l'accesso al Servizio civile.