Rom e Sinti: la Regione approva la Legge su chiusura dei grandi campi e inclusione sociale
Annalisa Bolognesi
20 luglio 2015
La normativa è un adeguamento alle strategie dell'Unione europea e si articola in quattro filoni tematici: lavoro, istruzione, salute e abitare
E' stato approvata la Legge regionale che prevede la chiusura dei campi Rom e Sinti e l'inclusione sociale di queste popolazioni.
La legge regionale, come ha sottolineato la vicepresidente della regione Emilia Romagna Elisabetta Gualmini, "è un adeguamento alla Strategia europea in materia di inclusione di queste comunità".
La normativa si articola in quattro grandi punti: lavoro, istruzione, salute e abitare. Fra i temi più discussi quest'ultimo, che prevede lo smantellamento dei grandi campi dove, come sostiene la vicepresidente, "si concentrano i conflitti e le tensioni sociali", in favore di soluzioni abitative autofinanziate, che comprendono alloggi sul mercato, case popolari oppure micro aree familiari non sovvenzionate dal denaro pubblico per chi non vuole una piena stanzialità.
Un altro punto discusso è quello della lotta all'abbandono scolastico tra i minori Rom e Sinti, in favore di soluzioni che favoriscano la scolarizzazione e l'istruzione dei ragazzi delle comunità.
Per quanto riguarda la salute la Regione garantisce l'accesso alle prestazioni sanitarie e l'assistenza a Rom e Sinti in conformità con quanto previsto dalla legge e sul piano del lavoro e della formazione la partecipazione a eventuali programmi previsti per tutta la cittadinanza.
Le comunità Rom e Sinti rappresentano attualmente lo 0,06% della popolazione complessiva dell’Emilia-Romagna e sono per il 91% cittadini italiani.
La legge regionale, come ha sottolineato la vicepresidente della regione Emilia Romagna Elisabetta Gualmini, "è un adeguamento alla Strategia europea in materia di inclusione di queste comunità".
La normativa si articola in quattro grandi punti: lavoro, istruzione, salute e abitare. Fra i temi più discussi quest'ultimo, che prevede lo smantellamento dei grandi campi dove, come sostiene la vicepresidente, "si concentrano i conflitti e le tensioni sociali", in favore di soluzioni abitative autofinanziate, che comprendono alloggi sul mercato, case popolari oppure micro aree familiari non sovvenzionate dal denaro pubblico per chi non vuole una piena stanzialità.
Un altro punto discusso è quello della lotta all'abbandono scolastico tra i minori Rom e Sinti, in favore di soluzioni che favoriscano la scolarizzazione e l'istruzione dei ragazzi delle comunità.
Per quanto riguarda la salute la Regione garantisce l'accesso alle prestazioni sanitarie e l'assistenza a Rom e Sinti in conformità con quanto previsto dalla legge e sul piano del lavoro e della formazione la partecipazione a eventuali programmi previsti per tutta la cittadinanza.
Le comunità Rom e Sinti rappresentano attualmente lo 0,06% della popolazione complessiva dell’Emilia-Romagna e sono per il 91% cittadini italiani.