Terzo settore: una sfida e una risorsa per il nuovo Governo regionale

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La nuova Giunta regionale saprà valorizzare il ricco e complesso universo del no profit? Il commento del Portavoce del Forum Luca De Paoli

Sempre di più la percezione diffusa  è quella di un disagio e malessere generale, che talvolta si presenta come  assenza di prospettive e di  qualsiasi speranza di uscire da una condizione di incertezza e di precarietà.
In questi giorni anche nelle nostre città  abbiamo assistito a forme organizzate di protesta, che hanno coinvolto centinaia di persone senza casa, migliaia di lavoratori disoccupati senza tutele, singoli ma frequenti episodi di disperazione, solitudine e  di violenza maturati spesso fra le mura domestiche.
La politica vive, anche nell’ambito delle Istituzioni locali, il suo momento più basso in termini di affidabilità e capacità di porsi in sintonia con le persone. E, anche nelle comunità della nostra regione, sembra essersi  perduto quel tratto che faceva della coesione sociale uno degli elementi caratterizzanti.

Il nuovo Presidente della Regione, nella consapevolezza di dover cogliere  la richiesta di riscatto delle Istituzioni e di urgenti misure che affrontino le principali emergenze, ha accelerato l’insediamento dei nuovi organi di Governo regionale,  scommettendo su provvedimenti urgenti  e su una nuova capacità di ascolto dei cittadini.
Il fili da riannodare sono tanti, i bisogni sono frammentati ed i tradizionali interlocutori (le cosiddette parti sociali) sono sempre meno in grado di rappresentare  la complessità e l’estrema differenziazione delle esigenze, vecchie e nuove, dei cittadini.

Eppure c’è  un mondo che, in nome della solidarietà, del contrasto alla solitudine e all’esclusione sociale, della cura dei beni e delle persone, ha saputo aggregare un esercito che, nella nostra Regione,  può contare su 25.000 organizzazioni con più di 64.000 addetti e 400.000 volontari. Si tratta  della straordinaria realtà del Terzo Settore o No Profit, costituito da una diffusa rete di Associazioni di volontariato e di promozione sociale e da centinaia di cooperative sociali, che operano in ambiti come l’ambiente, il sociale, l’educazione, con particolare attenzione alle diverse forme di disagio e di fragilità e alla valorizzazione delle persone a rischio di esclusione sociale.

Una legge nazionale del Governo Renzi assieme a diversi provvedimenti, fra i quali una legge approvata a fine legislatura dall’Assemblea regionale, hanno tentato di valorizzare questo importante segmento di economia sociale che può costituire un’opportunità concreta per un nuovo modello di sviluppo economico del territorio.
Occorre che il nuovo Governo regionale passi dalle parole ai fatti: la fase dei convegni teorici sulla sussidiarietà è passata, occorre dar voce al protagonismo e alla capacità progettuale di questo mondo, senza imbrigliare le sue potenzialità dentro norme burocratiche e ruoli residuali, che ne sviliscono conoscenze, competenze, capacità di dar risposta ai bisogni delle persone.

Per questo un welfare comunitario più inclusivo che sappia meglio rispondere ai nuovi e più complessi bisogni non rappresenta solo un’opportunità in tempi di carenza di risorse, ma anche una straordinaria occasione di partecipazione dei cittadini alla ricostruzione di un nuovo modello di coesione sociale.

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